Mondo Agricolo n.4/2020 - aprile 2020
Dopo la Brexit e la pandemia potremo ancora parlare di “unione” europea?
Nonostante ci sia una situazione di portata storica e non certo di breve durata; nonostante una crisi acuta per molto comparti agricoli (ed in questo numero c’è una panoramica su quanto sta accadendo, ndr), si è registrata la miopia di Bruxelles che si è trincerata dietro i limiti di bilancio.
In sostanza, per gestire l’emergenza, l’Europa ha invitato gli Stati membri a procedere in ordine sparso, con il mero ricorso agli aiuti di Stato e con la riprogrammazione dei fondi non ancora spesi a livello nazionale per lo sviluppo rurale.
Però, per la stagnazione dei consumi interni che si acuirà, non potremo più fare affidamento sull’aumento delle esportazioni (secondo recenti stime WTO si prevede una contrazione in volume del commercio internazionale di oltre il 10% nella migliore delle ipotesi).
Per questo ho chiesto di mettere subito a punto un piano straordinario per l’agricoltura europea, che l’accompagni almeno sino alla fine dell’anno.
Altrimenti il rischio è di impoverire il sistema agricolo, facendolo diventare non produttivo e quindi dipendente dalle importazioni; non sicuro; non innovativo (vanificando il riammodernamento dell’agricoltura 4.0); non sostenibile; non competitivo sul mercato globale (ma la UE al momento è il primo esportatore al mondo di prodotti agroalimentari).
A questo punto c’è davvero da chiedersi: a chi conviene la battuta d’arresto dell’agricoltura? L’emergenza per il Covid-19 ha evidenziato come il settore primario sia indispensabile e debba essere posto al centro delle politiche di sviluppo; come stia garantendo gli approvvigionamenti e la sicurezza alimentare anche nella situazione di lockdown.
Al lavoro svolto dagli agricoltori sono giunti autorevoli riconoscimenti, però alle parole ora devono seguire i fatti. Intanto, dall’altra parte dell’Oceano, già sono state varate misure incisive per la continuità produttiva delle imprese. Ho fatto il calcolo che tra aiuti supplementari, sostegni al reddito, acquisti di prodotti per gli aiuti alimentari, gli Usa già stanno mobilitando per il sistema agricolo circa 50 miliardi di dollari. In Europa, invece, si vuole superare l’emergenza a costo zero per il bilancio dell’Unione o con misure davvero superficiali.
Tutti dicono che siamo in guerra. Ma le battaglie sono perdenti se si affrontano senza strategie, con armi spuntate e senza potenza di fuoco.
Massimiliano Giansanti