L'editoriale del presidente Giansanti per il numero 7-8/2020 di Mondo Agricolo.
È stata una grande emozione salire sul podio dell’assemblea 2020 di Confagricoltura, la prima nei tempi del Covid-19. Le regole ferree del distanziamento, la necessità di limitare le presenze, le mascherine obbligatorie, non hanno scoraggiato; al contrario hanno rafforzato la determinazione e l’impegno espressi per dare futuro al Paese.
L’appuntamento assembleare è giunto dopo tanti incontri online, webinar, riunioni e chat in streaming dei mesi scorsi. L’agricoltura non si è mai fermata e neppure Confagricoltura.
Il settore produttivo e l’Organizzazione hanno fatto il loro dovere, con la consapevolezza che l’emergenza pandemica non dovesse assolutamente diventare emergenza alimentare.
Nei primi tempi del lockdown abbiamo visto tutti in tivù le scene della corsa all’approvvigionamento, i carrelli dei supermercati stracolmi, in Italia, ma un po’ dappertutto. I consumatori avevano paura che lo stato di impasse potesse portare al dramma vissuto dai nostri anziani nel periodo bellico, della mancanza del cibo - bene primario per eccellenza - da accaparrarsi finché si era in tempo.
Abbiamo lavorato e rassicurato. La campagna social media con i selfie dei nostri agricoltori in azienda, all’insegna dello slogan #lagricolturanonsiferma, ha voluto testimoniare proprio lo sforzo in essere, che non era semplicemente dettato da esigenze di fatturato. Tutti noi agricoltori ci siamo sentiti investiti soprattutto di una missione; la stessa, per certi versi, di medici, operatori della protezione civile, forze dell’ordine. La pandemia ha messo in evidenza che il cibo è un bene a valenza pubblica e che, quindi, occorre tutelare il potenziale produttivo dell’agrofood.
Riguardo al Recovery Found va riconosciuto che il premier Conte ha portato a casa un eccezionale risultato, in termini di risorse, che dovrebbero consentire finalmente di dare risposte alla crisi economica, ma anche a molteplici gap strutturali e progetti strategici del nostro Paese.
Bruxelles ha migliorato anche lo stanziamento per la Pac che verrà (che resta comunque inferiore, in termini reali, a quello per il periodo in scadenza alla fine di quest’anno). Ci aspettavamo, a livello europeo, un’attenzione maggiore per un settore che ha il dovere di produrre di più, ma con meno impatto green. Continueremo a lavorare e lottare perché l’agricoltura abbia il ruolo che merita.
Mi sembra significativo il nome del piano straordinario europeo, “Next generation EU”. Dobbiamo costruire sulle macerie del terremoto pandemico, non guardando a quello che eravamo ma a quello che dovremo essere. Per le future generazioni.
Massimiliano Giansanti