
Più di un secolo fa, due avventurosi piemontesi, l’ingegner Sella, nipote del celebre statista Quintino, e l’avvocato Mosca, sbarcati in Sardegna per bonificare centinaia di ettari nella zona di Alghero, rimasero folgorati da quella natura incolta, si innamorarono di lei e con lei crearono la Sella & Mosca, una delle tenute più grandi d’Europa: 650 ettari di macchia mediterranea e di vigneti, cantine, abitazioni per i lavoratori, la scuola elementare e una chiesetta. Edifici che, oggi come allora, sono il riferimento per quanti condividono o desiderano scoprire la fierezza di una vitivinicoltura che - accanto a ricerca e innovazione - è salvaguardia dell’ambiente, rispetto della biodiversità, orgoglio per la propria storia, conoscenza e valorizzazione dei prodotti e dei saperi del territorio.
Un gioiello enologico che non è passato inosservato a Vittorio Moretti, illuminato produttore di Franciacorta, folgorato dalla magia di quella terra che, nel 2016, decise di acquistare la tenuta.
La figlia Francesca, anima pulsante dei progetti di famiglia, ha utilizzato il suo sapere sulle bollicine per dare vita a singolari creazioni. Restando fedele alla sua filosofia volta alla valorizzazione i territori ecco Oscarì, il metodo classico a base di Torbato, una varietà di uva autoctona, da cui nasce un vino intriso di mediterraneità e che, vendemmiato in prima epoca settembrina, porta con sé la preziosa nervatura acida indispensabile per affrontare il lungo periodo di elevage sui lieviti. Così i profumi floreali accompagnano il vino di prima fermentazione verso un’evoluzione che si completa, nei mesi di affinamento sui lieviti, in un quadro organolettico più ampio, fitto e setoso. Il Torbato viene così impreziosito dalla rifermentazione in bottiglia.
Un Metodo Classico che mantiene ben espresse freschezza e immediatezza, con un naso spiccatamente floreale, con sensazioni di biancospino e fiore di arancio, e una bocca dal perlage fine e brioso, ampio, deciso e assertivo, dal finale armonico e coerente, compatto e verticale. Una Bollicina che fonde il suo equilibrio attraverso profumi agrumati e floreali, affumicature tipiche della torba, nota distintiva del vitigno da cui proviene.
Un omaggio enoico all’isola che si unisce alla moda visto che, proprio lo stilista algherese, Antonio Marras, ha prestato il suo talento per disegnare le etichette di quattro vini della Tenuta, tra cui quella di Oscarì. Illustrazioni intorno alle quali Marras ha costruito una storia forte, che parla di legami autentici, di valori e di territorio, evocando la magia della notte di San Giovanni per iniziare il racconto dei suoi protagonisti. Oscarì è uno di questi, rappresentato come un algherese elegante, un po’ gagà, effervescente, che è vissuto a Parigi ed è tornato ad Alghero proprio per questa notte.
Gabriella Bechi
(da Mondo Agricolo, dicembre 2020)
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