
“Le nuvole portano acqua, ed è grazie al vulcano e a questi terreni che qui possiamo coltivare”. Lo dice in un'intervista di Francesco Maselli su Campanili, Giancarlo Polizzi, ordinario di patologia vegetale all’Università di Catania e proprietario di un’azienda agricola a Giarre, socia Confagricoltura, dove coltiva frutti tropicali che vende nella zona. “Qui gli avocado li hanno piantati settant’anni fa come piante ornamentali – spiega Polizzi”. L’introduzione delle piantagioni tropicali è tuttavia una cosa relativamente nuova: negli ultimi vent’anni, molti agricoltori siciliani si sono resi conto delle potenzialità organolettiche e commerciali della frutta esotica, ma già da tempo il clima si era dimostrato favorevole a questa tipologia di coltivazione. Gli imprenditori non hanno fatto altro che cogliere un’occasione, sfruttando una predisposizione naturale. In Sicilia le zone “vocate” sono tre: quella dell’Etna a est, quella di Milazzo a nord est, quella vicino a Palermo, nel nord ovest, da Partinico a Castellammare del Golfo. È difficile avere statistiche ufficiali, anche se l’Istat ha inserito mango e avocado nel paniere dei beni più consumati dagli italiani, e stima in circa 150 ettari l’estensione dei terreni coltivati con questa tipologia di frutta: “Abbiamo evidenza che gli ettari investiti siano almeno sette o otto volte superiori. Ciò, probabilmente, deriva dal fatto che molti ettari non sono ancora in produzione o non ancora a pieno regime. Il valore del prodotto è rilevante”, spiega Vincenzo Lenucci, direttore per le Politiche di Sviluppo economico delle Filiere agroalimentari e del Centro studi di Confagricoltura. Nel 2023, l’Italia ha esportato 147 mila tonnellate di frutta tropicale, il 20,9 per cento in più dell’anno precedente, numeri che mostrano una progressione importante, soprattutto se si considera che quella tradizionalmente più esportata (mela, uva, pera) è in leggero calo.
Spostandosi nella zona nord-orientale, Francesco Verri, nella zona di Milazzo, è un’autorità in materia ed è presidente sezione di prodotto colture tropicali e subtropicali di Confagricoltura Sicilia. Più che un produttore è un conduttore, nel senso materiale del termine: “Negli anni sono diventato un punto di riferimento, metto in contatto aziende piccole e grandi con il commerciale o con il cliente finale. Ma prima di arrivare a questo ho passato anni semplicemente a raccontare, spiegare, mostrare i frutti tropicali. All’inizio nessuno sapeva cosa fossero”. Poi, anche grazie alla sua partecipazione televisiva a Linea Verde, è riuscito a mettere in piedi diverse iniziative per coinvolgere il potenziale mercato: “Grazie ai rapporti con i vivai abbiamo organizzato giornate di degustazione, di trasformazione della materia prima, di coltivazione e cura delle piante. Il piano culturale e quello commerciale vanno insieme”.
L’entusiasmo contagioso di Verri, che trascorre le sue giornate tra una piantagione e l’altra, ha coinvolto non soltanto i produttori, ma anche i semplici appassionati. I giovani agricoltori, inoltre, vedono nelle coltivazioni tropicali un modo per diversificare e rendere più forti le proprie aziende.
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