L'articolo è presente sul numero di novembre 2024 di Mondo Agricolo, la rivista di Confagricoltura
di Gabriele Zanazzi
Riconoscimento delle IG, riduzione delle tariffe e reciprocità sui mercati. Ecco perché il CETA è importante per l’Italia
Il CETA (Comprehensive Economic and Trade Agreement), entrato in applicazione provvisoria il 21 settembre 2017, rappresenta la parte economica di un’intesa di ben più ampio respiro e di portata strategica, quella contenuta nell’Accordo di Partenariato Strategico (SPA). Entrambi firmati da Ue e Ottawa nel 2016. In questi sette anni di applicazione provvisoria, l’accordo ha dimostrato di essere un successo per le relazioni commerciali bilaterali tra Italia e Canada, con risultati concreti per i lavoratori, le imprese e i prodotti italiani.
Tra i Paesi dell’Unione, l’Italia è infatti divenuta il secondo partner commerciale del Canada con un interscambio di quasi 11 miliardi di euro nel 2023, pari al 60% in più rispetto ai livelli pre-CETA. Confagricoltura ha sempre valutato positivamente l’accordo evidenziandone i benefici economici e le tutele per i prodotti agroalimentari europei. I risultati ottenuti negli ultimi sette anni lo dimostrano.
La verifica, svolta da Bruxelles tramite una società di consulenza esterna, si è concentrata sull’efficacia dell’accordo non solo per il quel che riguarda il raggiungimento degli obiettivi programmatici. Il lavoro ha riguardato anche le esigenze economiche delle due parti e gli impatti economici, sociali e ambientali su Paesi terzi, imprese e consumatori.
Il CETA ha, innanzitutto, visto la liberalizzazione o riduzione di circa il 92% delle linee tariffarie agricole; ad eccezione di prodotti sensibili come pollame e uova. Inoltre, sono state semplificate le normative per il vino e gli alcolici unificando le due regolamentazioni e introducendo, per la prima volta, una tutela delle IG europee in un mercato estero. Sono state, così, incluse le principali denominazioni italiane - come il Prosciutto di Parma - che ora possono essere vendute con il nome originale in Canada. L’UE ha ottenuto il riconoscimento di ben 125 IG europee, di cui 41 italiane.
Inoltre, prodotti canadesi con nomi europei, come il Gorgonzola e la Fontina, devono oggi specificare la provenienza canadese per evitare confusioni con gli originali. Infine, il CETA rappresenta un esempio virtuoso di accordo commerciale in cui viene rispettata la reciprocità tra le parti, in quanto tutti i prodotti importati dal Canada devono rispettare le normative UE, incluse quelle sanitarie e ambientali. Nonostante le critiche mosse all’accordo, Confagricoltura sottolinea che tali obiezioni non hanno basi solide scientificamente comprovate. Tuttavia, la sezione riguardante la protezione degli investimenti necessita della ratifica di ciascuno Stato membro.
Se uno Stato membro non ratificasse questa parte, potrebbe bloccare temporaneamente l’accordo, con conseguenze negative, come il ripristino dei dazi e la perdita di tutele per le denominazioni. Resta evidente, dunque, come l’applicazione provvisoria del CETA offra importanti vantaggi per l’agricoltura europea e italiana, con un equilibrio negoziale difficilmente riscontrabile in altri accordi di questo tipo.
L’UE, con questa valutazione, si mostra vigile sull’applicazione del trattato e disposta ad introdurre eventuali miglioramenti qualora si rilevassero necessari. Ora più che mai, la ratifica del CETA rappresenterebbe un segnale di sostegno verso un partenariato economico e politico importante e, soprattutto, equilibrato tra le due sponde dell’Atlantico.