L'articolo è disponibile sull'ultimo numero di Mondo Agricolo on line
di Gabriella Bechi
Un emendamento al dl PNRR prevede la creazione del Registro dei crediti di carbonio agroforestali. Un passo avanti verso gli obiettivi del Green deal.
La concentrazione di anidride carbonica in atmosfera ha raggiunto le 419,13 parti per milione (ppm) con un aumento di 1,82 parti per milione rispetto al 2022. Lo dicono i recenti dati dell’osservatorio NOAA, situato a 3.3387 metri sul vulcano Mauna Loa sull’isola di Hawaii. Un nuovo, negativo, record - che batte tutte le rilevazioni degli ultimi 63 anni – che deve imporre l’accelerazione sulla riduzione del 55% della CO2 in atmosfera entro il 2030 prevista dal Green deal europeo. Obiettivo che vede l’agricoltura protagonista. Ecco perché è molto importante il recente emendamento al decreto legge PNRR - promosso dal presidente della commissione Agricoltura, Luca De Carlo, e approvato dalla commissione Bilancio - per la valorizzazione delle pratiche di gestione agricole e forestali sostenibili. Una norma che definisce le regole per il mercato dei crediti da riconoscere in base alla quantità di carbonio catturato e risparmiato all’aria che respiriamo. Il ruolo dell’agricoltura è fondamentale perché è il primo settore per capacità di “catturare” e immagazzinare la CO2 prodotta dalle attività umane. L’emendamento prevede l’istituzione del Registro dei crediti di carbonio agroforestali presso il CREA, un’iniziativa che valorizza e riconosce alle imprese del comparto l’importanza dei servizi ecosistemici che svolgono nel corso della gestione di boschi, parchi e foreste. È proprio con la loro attività imprenditoriale che le aziende garantiscono il trattenimento del carbonio nel terreno e il suo assorbimento dalle piante. Il Registro dei crediti contribuirà a definire le regole con cui le quantità di CO2 verranno certificate e trasformate in crediti da scambiare su un mercato unico e condiviso. “La definizione di uno standard nazionale per quantificare i crediti derivanti dalle attività agroforestali è una priorità per l’agricoltura italiana”, ha detto Stefano Vaccari, direttore generale del CREA, in occasione
dalla conferenza stampa sulle Tea e il Carbon farming. “In un momento in cui le strategie europee verso il settore impongono scelte dure e non sempre condivisibili sotto il profilo della sostenibilità socioeconomica - ha aggiunto -, il Registro pubblico dei crediti di carbonio generati su base volontaria dal settore agroforestale nazionale sarà molto importante per consentire agli agricoltori italiani di creare un vero mercato di crediti di carbonio”. Si tratta di una grande sfida scientifica e operativa: costruire insieme al ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare
delle Foreste un sistema di qualità volontario che, in linea con gli schemi varati nel novembre scorso dalla Commissione europea, consenta alle imprese agricole di quantificare il loro apporto in termini di assorbimento aggiuntivo di CO2, registrare nel nuovo registro tali crediti e poterli commercializzare. “La norma - ha concluso Stefano Vaccari - permette al settore agricolo di riappropriarsi di un pezzo importante delle politiche sulla gestione sostenibile dei suoli coltivati, in un momento in cui la Commissione europea ha dimostrato di voler ridurre il peso, non solo economico, della politica agricola comune”