Il cambiamento climatico e gli impatti sulla coltivazione della noce sono stati al centro della XIX Giornata della Noce che si è tenuta venerdì 6 ottobre all’azienda Agricola San Martino di San Martino in Strada (FC) e organizzata dall’azienda New Factor, socia Confagricoltura.
Operatori ed esperti del settore e rappresentati delle istituzioni, si sono incontrati per analizzare la situazione e ragionare insieme su possibili soluzioni e prospettive per il futuro.
Il tema è stato il focus del convegno “La Noce di Romagna e il cambiamento climatico” dove, dopo i saluti introduttivi di Alessandro Annibali, AD di New Factor e del sindaco di Forlì Gian Luca Zattini, è intervenuta l’on. Alice Buonguerrieri, impegnata nell’attività della commissione della Camera per la ricostruzione e i ristori post-alluvione. A seguire: Simona Lamorte, Senior Market Analyst Areté Agrifood, Federico López Larrinaga Tecnico agronomo, Cristian Moretti Direttore Generale Agrintesa, Andrea Berti, presidente ASNACODI Associazione Nazionale Condifesa e Marco Marzari, direttore Agrifidi UNO Emilia-Romagna. Presente anche Gianluca Vertuani, vicepresidente di Confagricoltura Emilia-Romagna.
“La noce di Romagna è un prodotto di alta qualità e continua a ricevere sempre più apprezzamento fra i consumatori – ha spiegato Alessandro Annibali –. La gelata tardiva in primavera, l’inondazione di maggio, la grandinata, la tempesta di vento a luglio, la siccità e l’anomalo caldo autunnale hanno inciso sulla quantità del raccolto di questa stagione. Prevediamo, infatti, un calo del 30% della produzione rispetto alla scorsa stagione con un ritardo nei tempi di raccolta a causa del caldo di queste giornate. Una situazione che, viste le previsioni non incoraggianti sul riscaldamento globale e il clima, comporta la necessità di trovare velocemente nuove soluzioni e strategie. La giornata della noce si conferma quindi come occasione importante per mettere a sistema azioni concrete in piena sinergia fra privato e pubblico”.
Fra i temi al centro del dibattito la sostenibilità occupa una posizione importante. Pratiche agricole virtuose sono un valore aggiunto nei processi di produzione e lavorazione della Noce di Romagna.
L’azienda agricola San Martino, di proprietà della famiglia Annibali, da un anno si è certificata GlobalGAP (Good Agricultural Practices per l’adozione di buone pratiche agronomiche nel massimo rispetto dell’ambiente e della salute del cittadino) per la produzione di noci di Romagna e New Factor ha ottenuto la certificazione di custodia GlobalGAP”.
Il mercato della noce (analisi dati Areté), nel comparto frutta secca, si posiziona al secondo posto per produzione e consumi, solo dopo il mercato della mandorla. La Cina è il primo produttore e consumatore, gli Stati Uniti sono il secondo produttore e il primo esportatore. Segue per la produzione il Cile. Nell’Unione Europea l’Italia è il primo consumatore e il quarto produttore.
Nel mondo la campagna 2022 ha segnato una crescita notevole delle produzioni in Cina, USA e Cile. Usa: per la produzione della campagna 2023 si prevede +5% (Walnut Objective Report-USDA) con attesa migliore qualità, mentre in Cile per la produzione si prevede – 9% a causa di problemi di scarsità idrica nelle zone centrali e di temperature irregolari.
In Europa la campagna 2022 ha registrato una produzione in aumento +13% (Francia +34%, Italia, +49%). Per il 2023 in Europa si attende un -9%. Per la Campagna 2023, aspettative di buone produzioni in Cina e USA si scontrano con raccolti inferiori in Cile e UE, portando a un’offerta globale in linea alla campagna 2022.
La Noce di Romagna si produce nell’ambito del progetto di filiera In Noce caratterizzato dalla collaborazione fra 23 aziende agricole emiliano-romagnole, per un totale di 500 ettari coltivati. Il progetto, di cui è capofila New Factor storica azienda riminese alla costante ricerca delle migliori materie prime che trasforma utilizzando tecniche innovative, offre un percorso che va dal campo alla lavorazione, fino al confezionamento e alla distribuzione