L'articolo è presente sul numero di marzo di Mondo Agricolo, la rivista di Confagricoltura
di Paola Castello
"Le Nostre Viti" è il progetto realizzato a Piacenza dall’imprenditore Cristian Galvani, insieme all’istituto Sant’Eufemia di Piacenza per raccontare il mondo vitivinicolo agli alunni delle scuole dell’infanzia
A Piacenza è nato un progetto didattico per far scoprire anche ai piccolissimi i processi di produzione del vino. Cristian Galvani, produttore vitivinicolo associato a Confagricoltura Piacenza, è il promotore del programma “Le nostre viti”, realizzato con la scuola d’infanzia piacentina Sant’Eufemia.
Quando e da dove parte il progetto didattico che avete avviato con la scuola dell’infanzia Sant’Eufemia a Piacenza?
Il progetto nasce dalla curiosità dei compagni di classe di mio figlio, ai quali ha raccontato di avere un papà che “fa” il vino. Giovanni ha riferito, infatti, ai suoi amici cosa accadeva in vigneto e in cantina e la loro curiosità è stata grande. Tutto questo mi ha spinto, a ottobre 2023, a portare nella classe di mio figlio una cassetta d’uva per spiegare meglio ai bambini di cosa mi occupo e cosa c’è dietro la produzione di vino. È stato per loro un primo approccio con il mondo del vino: hanno potuto pigiare l’uva a mano e assaggiarne il succo. Visto l’interesse e l’entusiasmo suscitati, con le maestre e le dirigenti scolastiche abbiamo iniziato a pensare a un’idea da sviluppare per illustrare ai bambini l’intero ciclo produttivo.
In cosa consiste il progetto e a quale fascia di età si rivolge? Dove sono state piantate esattamente le prime barbatelle del progetto “Le nostre viti”?
L’iniziativa coinvolge i bambini dell’età di quattro anni della scuola d’infanzia Sant’Eufemia. Consiste nel far sì che i piccoli si prendano cura di una parte del giardino della scuola, adiacente all’aula, in cui, dopo attenta valutazione sulla collocazione più adatta, sono state piantate tre barbatelle di vite da tavola.
Quali sono state le reazioni dei bambini di fronte alla coltivazione delle viti?
I bambini sono stati molto entusiasti dell’iniziativa e hanno partecipato attivamente alla creazione di questo piccolo filare. A loro viene chiesto di innaffiare periodicamente le barbatelle e di tenere pulita l’area, estirpando le erbacce.
A quale fase è arrivato il progetto?
Siamo solo all’inizio. Quando le viti saranno cresciute (ci vorranno almeno due anni perché una piantina inizi a dare i primi frutti) i bambini avranno modo di vedere le fasi successive della lavorazione, quelle propedeutiche a far sì che l’uva cresca sul filare. Intanto le barbatelle hanno cominciato a mettere i primi germogli e alcuni giorni fa sono tornato a scuola per ripercorrere con i piccoli studenti le varie tappe di sviluppo del vigneto, mostrando loro una nuova barbatella, che i bimbi hanno guardato e analizzato, anche con l’ausilio di fotografie e disegni proiettati dalle maestre. I bimbi hanno dato prova di ricordare tutti i passaggi che erano stati loro precedentemente spiegati. Infine, sono tornati in giardino, accompagnati dalla dirigente scolastica Simona Fornasari e dalle insegnanti Valentina Mulazzi e Agnese Nicolini, per controllare le piantine.
Quali saranno i prossimi step?
Successivamente si dovrà monitorare la crescita delle barbatelle e far vedere ai bambini poi come si arriva alla raccolta dell’uva nel giro, appunto, di due anni.
La sua azienda si era mai occupata prima di progetti per le scuole?
Non avevamo mai fatto niente del genere, è la prima volta che ci cimentiamo in un percorso didattico. È un’esperienza che ho fatto molto volentieri, innanzitutto perché è partito tutto dal racconto del mio lavoro, fatto da mio figlio ai suoi compagni di scuola. E poi perché vorrei che mestieri nobili, come quello del viticoltore, venissero valorizzati e fatti conoscere meglio anche ai giovanissimi.
Perché ritiene sia così importante far conoscere il mondo dell’agricoltura, in particolare quello della viticoltura, ai più piccoli?
Il settore agricolo è fondamentale per il sistema Paese, sia per l’economia, sia per la tutela dell’ambiente e ritengo sia importante rendere i giovani, fin da piccoli, consapevoli di questo, in modo che possano essere un domani portatori di un valore aggiunto in questo ambito. Nello specifico, con questo progetto il compito che abbiamo affidato ai bambini è quello di prendersi cura delle viti come se fossero una cosa a loro cara, da crescere con attenzione. Chissà che in futuro questa esperienza non possa portarli a realizzare un’attività professionale in agricoltura. Per cui un percorso come quello che stiamo facendo con l’istituto Sant’Eufemia potrebbe contribuire, nel suo piccolo, al ricambio generazionale nel settore primario.
Vista l’attenzione che la sua azienda sta dimostrando per i giovanissimi, che augurio si sente di fare loro?
Più che un augurio, con questo percorso didattico, ho voluto sottolineare davanti ai bambini l’orgoglio per il mestiere che faccio e quanto sia importante il ruolo degli agricoltori nel custodire l’ambiente e la terra.